Il Paese
Le Tradizioni
Le Feste religiose
San Potito Patrono. La festa liturgica ricorre il 10 febbraio. La festa solenne viene celebrata la quarta domenica di Maggio. POTITO adolescente (circa 14 anni), fu martirizzato durante le persecuzioni dell’imperatore romano Antonino Pio nel 156 d.c. presso il fiume Caleggio nel territorio di Ascoli Satriano(FG). Il suo culto è esteso in tutta Italia, una parte delle reliquie del suo corpo è conservata nel santuario di Montevergine(AV). Associata alla festa religiosa si teneva nei decenni scorsi una grande fiera – mercato. Santa Croce - "La Festa del Fuoco". Festa celebrata il 3 maggio, che trae le proprie origini dai riti propiziatori di origine probabilmente pagana (il passaggio dall’inverno alla primavere, dal buio alla luce, dal male al bene…) ma il fuoco che illumina, purifica e riscalda e consuma distrugge e trasforma e che, insieme ad aria acqua e terra rappresenta uno dei quattro elementi fondamentali del creato, è anche simbolo della cristianità. La festa vedeva, un tempo, impegnate le contrade del paese in una sana, quanto agguerrita, competizione a chi faceva il fuoco più grande. Intorno al fuoco poi, musica, vino e taralli e tutti dovevano misurarsi con l’elemento saltandovi attraverso. | La Storia
La
pietra dei bellissimi portali del centro storico, i ruderi antichi,
la montagna con le sue antiche leggende segnano il percorso
ultramillenario dell’insediamento. SAN POTITO (alt. M. 230), che dal
1862 ha aggiunto il toponimo SANNITICO per ricordare la stretta
connotazione con il Sannio storico, è posto alle pendici dei monti del
Matese nel versante della Provincia di Caserta. Il sito venne abitato
sin dall’antichità in quanto a ridosso sia dei percorsi pedemontani
di collegamento con gli altri centri sannitici che di attraversamento
del massiccio matesino per l’accesso alle pianure pugliesi. Diverse e
notevoli le emergenze archeologiche romane allorquando il territorio,
facente parte del municipium di Allifae, era costellato di ville e
ricercate abitazioni in virtù della posizione favorevolissima. GIANFRANCESCO TRUTTA – canonico e storico del ‘700 – nel suo Dissertazioni Istoriche loda
la collina delle Torelle come una delle più belle delle contrade
Alifane individuando, proprio nei ruderi di una grande villa romana
ivi posta, le antiche Terme di Ercole, distrutte da un terremoto e
successivamente ricostruite da Fabio Massimo rettore della provincia
romana. Gli
innumerevoli reperti fittili e di terracotta, già riversati negli
anni al Museo Civico di Piedimonte Matese, testimoniano della
rilevanza del sito. L’influenza Longobarda, Normanna, Bizantina (era
stretto il collegamento con la Puglia dove svernavano grosse greggi) e
Spagnola ha contribuito – comeper la maggior parte dei centri dell’
antico Regno di Napoli – a innestare diversi elementi culturali e
linguistici ancora oggi presenti nella toponomastica, nella tradizione
religiosa e negli usi quotidiani. Per secoli i sanpotitesi hanno
saputo trarre dalla montagna – che costituisce la maggior parte del
territorio comunale – e dalla coltivazione dei terreni della pianura
alifana sostegno e occasione di sviluppo. Alla
metà del Settecento l’Università sanpotitese otteneva finalmente – in
concomitanza con lo sviluppo dell’abitato, che andava arricchendosi
di palazzi dalle importanti finiture esteriori, e dal progredire delle
attività agricole ed artigianali – la separazione da Piedimonte.
Passo successivo fu l’attribuzione di una quota del demanio montagnoso
matesino, posseduto sino ad inizio Ottocento in promiscuità con i
Comuni vicini. Le vicende storiche del napoletano hanno interessato e
coinvolto anche la nostra comunità; così il processo di unificazione
suscitò la reazione di legittimisti borbonici, braccianti disillusi e
comuni delinquenti scatenando quel fenomeno comunemente conosciuto
come brigantaggio.
Fotografie di Andrea Caprarelli |